CHI E' A RISCHIO?
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da AIRC
Ogni uomo che abbia compiuto i 45 anni di età viene considerato a rischio, perché il tumore della prostata insorge tipicamente dopo quell'età, mentre è raro tra i giovani, come dimostrato da alcune statistiche: se a 40 anni la probabilità è di 1 caso su 10.000, tra i 60 e gli 80 anni diventa di 1 su 8.
Si ritiene, inoltre, che la maggior parte degli ottantenni presenti una forma di tumore della prostata, anche se molto spesso si tratta di malattie benigne.
Gli altri fattori di rischio noti, a parte l'età, sono una dieta ricca di grassi saturi e la presenza in famiglia di altri casi: per quest'ultima categoria il rischio è doppio rispetto alla popolazione generale.
Inoltre, anche i geni sembrano avere un ruolo nell'aumento del rischio, soprattutto se all'interno della famiglia si sono già avuti altri casi: gli uomini che hanno la mutazione del gene BRCA1 o 2 (gli stessi implicati nel tumore del seno) hanno un rischio che è da 2 a 5 volte quello degli uomini con i geni non mutati.
Infine, sembra esserci un legame tra alti livelli di testosterone o di un ormoni chiamato insulin-like growth factor 1 e un aumento di rischio.
DIETA E PROSTATA: CONOSCERE PER PREVENIRE
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Dieta ricca di grassi: Mangiare cibi con un elevato livello di grassi animali può aumentare il rischio della malattia. I tessuti adiposi potrebbero far aumentare i livelli dell'ormone maschile, testosterone,il quale stimolerebbe la crescita di alcune cellule del cancro della prostata.
Consumo eccessivo di carne rossa: Alcuni studi hanno suggerito un nesso tra il consumo di carne rossa e il rischio di cancro della prostata, dovuto alla cottura a temperature elevate che svilupperebbe sostanze che attivano il cancro.
Probabili fattori di riduzione del rischio sono invece:
Consumo di “vitamina E”: Un assunzione quotidiana di circa 50 milligrammi di “vitamina E” renderebbe meno probabile il manifestarsi del cancro della prostata rispetto a chi non prendere il supplemento.
Integrazione di “Selenio” nella dieta: Il Selenio è un antiossidante, il che significa che potrebbe essere in grado di proteggere i tessuti del corpo da danni. Quotidiane assunzioni di tale integratore potrebbero ridurre i
rischi ma il dato non è ancora certo.
Consumo di pomodori e soia: I pomodori contengono un composto chimico chiamato licopene, mentre la soia contiene sostanze chiamate isoflavoni. Entrambi sembrano in grado di proteggere contro il cancro.
Un elevato consumo di pesce e di frutti di mare: Ricchi di omega-3 migliorano le possibilità di sopravvivenza per il tumore alla prostata del 38%. Questo è quanto risulta da un nuovo studio condotto su oltre 20mila uomini all’Harvard School of Publich Health e pubblicato sull’ultimo numero dell’ “American Journal of Clinical Nutrition”.
L’analisi condotta dal dott. Jorge Chavarro ha permesso di scoprire che gli uomini che mangiavano cinque porzioni di pesce alla settimana presentavano un tasso di sopravvivenza maggiore del 48% rispetto a coloro che ne consumavano una sola porzione. Lo studio fornisce così un’ulteriore prova del legame esistente tra il consumo di pesce e omega-3 e i benefici potenziali per il trattamento del cancro.
Caffè: Kathryn Wilson, ricercatrice presso la Harvard Medical School, ha spiegato che era già noto che precise sostanze contenute nel caffé, come alcuni minerali o alcuni antiossidanti, sono in grado di limitare i danni ai tessuti e che questo studio offre una ulteriore conferma a queste teorie. La ricerca ha coinvolto cinquantamila uomini che sono stati seguiti per vent’anni. Il loro abituale consumo di caffé è stato messo in relazione con l’incidenza del cancro prostatico e così i ricercatori hanno concluso che i forti consumatori di caffé godevano di una riduzione del rischio di tumore prostatico pari al 60%, rispetto a chi non beveva caffé. L’ipotesi dei ricercatori statunitensi è che questo benefico effetto possa essere spiegato con l’azione che il caffé svolge sul metabolismo e sui livelli degli ormoni sessuali: entrambi elementi collegati al tumore alla prostata.