Il Tumore della Prostata
..............................................................................................................
da Wikipedia


Con carcinoma della prostata si descrive un tipo di tumore che si sviluppa a carico della prostata, una ghiandola dell'apparato genitale maschile. Il tumore si sviluppa quando le cellule della prostata mutano e iniziano a moltiplicarsi al di fuori dei meccanismi di controllo. Queste cellule possono dare luogo a metastasi dalla prostata ad altre parti del corpo, specialmente alle ossa e ai linfonodi. Il tumore alla prostata può causare dolore, difficoltà alla minzione, disfunzione erettile ed altri sintomi; solitamente però è asintomatico!

La frequenza del carcinoma prostatico nel mondo è largamente variabile. È meno comune nell'Asia meridionale ed orientale, più comune in Europa, con ampie differenze tra Paese e Paese, e ancora più comune negli Stati Uniti. Secondo l'American Cancer Society, il carcinoma prostatico è meno comune tra gli uomini asiatici e più comune tra gli uomini di colore, mentre gli uomini europei si collocano nel mezzo. Tuttavia questi tassi elevati possono essere influenzati da maggiori tassi di diagnosi.

Il tumore alla prostata si sviluppa più frequentemente negli ultra cinquantenni, è il secondo più comune tipo di tumore negli Stati Uniti, dove è responsabile del maggior numero di morti da tumore, dopo il tumore dei polmoni. Molti fattori, compresa la genetica e la dieta, sono stati implicati nello sviluppo del carcinoma prostatico, ma ad oggi non è una malattia prevenibile.






















Il tumore prostatico viene più spesso scoperto all'esame clinico (esplorazione rettale) o tramite esami ematici, come la misurazione del PSA (antigene prostatico specifico). Un sospetto tumore alla prostata è tipicamente confermato tramite l'asportazione di un frammento di tessuto (biopsia), e il successivo esame istologico. Si può ricorrere ad ulteriori test come l'ecografia, la radiografia e la scintigrafia, per determinarne la diffusione e se il tumore abbia o meno originato metastasi.
















Il tumore prostatico si può trattare con la chirurgia, la radioterapia, la terapia ormonale, occasionalmente la chemioterapia, o combinazioni di queste. L'età e lo stato di salute del paziente, così come la diffusione del tumore, l'aspetto microscopico, e la risposta al trattamento iniziale, sono importanti per determinare la prognosi. Poiché il tumore della prostata è una malattia tipica degli uomini anziani, molti di essi potranno andare incontro a morte prima che il tumore possa espandersi o causare sintomi. Ciò rende difficoltosa una selezione del trattamento. La decisione se trattare o meno un tumore localizzato (ossia completamente confinato all'interno della prostata) implica un bilancio tra i benefici attesi e gli effetti negativi in termini di sopravvivenza del paziente e sua qualità della vita.
Esplorazione rettale
Evoluzione naturale della malattia
Differenti stadi della malattia
Scintigrafia ossea che evidenzia metastasi ossee
fabriziodalmoro
Incidenza della malattia per età
CHI E' A RISCHIO?
.....................................
da AIRC


Ogni uomo che abbia compiuto i 45 anni di età  viene considerato a rischio, perché il tumore della prostata insorge tipicamente dopo quell'età, mentre è raro tra i giovani, come dimostrato da alcune statistiche: se a 40 anni la probabilità è di 1 caso su 10.000, tra i 60 e gli 80 anni diventa di 1 su 8.

Si ritiene, inoltre, che la maggior parte degli ottantenni presenti una forma di tumore della prostata, anche se molto spesso si tratta di malattie benigne.

Gli altri fattori di rischio noti, a parte l'età, sono una dieta ricca di grassi saturi e la presenza in famiglia di altri casi: per quest'ultima categoria il rischio è doppio rispetto alla popolazione generale.

Inoltre, anche i geni sembrano avere un ruolo nell'aumento del rischio, soprattutto se all'interno della famiglia si sono già avuti altri casi: gli uomini che hanno la mutazione del gene BRCA1 o 2 (gli stessi implicati nel tumore del seno) hanno un rischio che è da 2 a 5 volte quello degli uomini con i geni non mutati.

Infine, sembra esserci un legame tra alti livelli di testosterone o di un ormoni chiamato insulin-like growth factor 1 e un aumento di rischio.




DIETA E PROSTATA: CONOSCERE PER PREVENIRE
....................................................................................


Dieta ricca di grassi: Mangiare cibi con un elevato livello di grassi animali può aumentare il rischio della malattia. I tessuti adiposi potrebbero far aumentare i livelli  dell'ormone maschile, testosterone,il quale stimolerebbe la crescita di alcune cellule del cancro della prostata.
Consumo eccessivo di carne rossa:  Alcuni studi hanno suggerito un nesso tra il consumo di carne rossa e il rischio di cancro della prostata, dovuto alla cottura a temperature elevate che svilupperebbe sostanze che attivano il cancro.
        

Probabili fattori di riduzione del rischio sono invece:

Consumo di  “vitamina E”:  Un assunzione quotidiana di circa 50 milligrammi di “vitamina E”  renderebbe meno probabile il manifestarsi del cancro della prostata rispetto a chi non prendere il supplemento.

Integrazione di “Selenio” nella dieta:  Il Selenio è un antiossidante, il che significa che potrebbe essere in grado di proteggere i tessuti del corpo da danni. Quotidiane assunzioni di tale integratore potrebbero ridurre i
rischi ma il dato non è ancora  certo.

Consumo di pomodori e soia:  I pomodori contengono un composto chimico chiamato licopene, mentre la soia contiene sostanze chiamate isoflavoni. Entrambi sembrano in grado di proteggere contro il cancro.

Un elevato consumo di pesce e di frutti di mare: Ricchi di omega-3 migliorano le possibilità di sopravvivenza per il tumore alla prostata del 38%. Questo è quanto risulta da un nuovo studio condotto su oltre 20mila uomini all’Harvard School of Publich Health e pubblicato sull’ultimo numero dell’ “American Journal of Clinical Nutrition”.
L’analisi condotta dal dott. Jorge Chavarro ha permesso di scoprire che gli uomini che mangiavano cinque porzioni di pesce alla settimana presentavano un tasso di sopravvivenza maggiore del 48% rispetto a coloro che ne consumavano una sola porzione. Lo studio fornisce così un’ulteriore prova del legame esistente tra il consumo di pesce e omega-3 e i benefici potenziali per il trattamento del cancro.

Caffè: Kathryn Wilson, ricercatrice presso la Harvard Medical School, ha spiegato che era già noto che precise sostanze contenute nel caffé, come alcuni minerali o alcuni antiossidanti, sono in grado di limitare i danni ai tessuti e che questo studio offre una ulteriore conferma a queste teorie. La ricerca ha coinvolto cinquantamila uomini che sono stati seguiti per vent’anni. Il loro abituale consumo di caffé è stato messo in relazione con l’incidenza del cancro prostatico e così i ricercatori hanno concluso che i forti consumatori di caffé godevano di una riduzione del rischio di tumore prostatico pari al 60%, rispetto a chi non beveva caffé. L’ipotesi dei ricercatori statunitensi è che questo benefico effetto possa essere spiegato con l’azione che il caffé svolge sul metabolismo e sui livelli degli ormoni sessuali: entrambi elementi collegati al tumore alla prostata.
QUALE TERAPIA?
.....................................


Le opzioni terapeutiche sono molteplici e dipendono spesso dallo stadio della malattie, dall'età e dalle condizioni generali del paziente e, non ultime, dalle preferenze/competenze del chirurgo.
Si va dalla vigile attesa (in cui si decide di monitorare l'andamento della malattia riservandosi la possibilità di intervenire in caso di progressione della patologia), alla radioterapia conformazionale, dalla brachiterapia all'ormonoterapia, dalla crioterapia alla chemioterapia. Sicuramente però l'opzione più radicale è rappresentata dalla prostatectomia radicale, "a cielo aperto", laparoscopica o robotica.

E qual è la terapia migliore? Il grafico sottostante illustra la sopravvivenza nel tempo dei pazienti con neoplasia prostatica localizzata trattate con le diverse opzioni.
Negli anni si è assistito ad un cambiamento dei trattamenti che recentemente ha visto un incremento straordinario degli interventi chirurgici laparoscopici robot-assistiti, la cosiddetta prostatectomia da Vinci.
E a Padova cosa facciamo?